Agguato a Monte Sant’Angelo, per il vescovo di Manfredonia è un atto criminoso di stampo mafioso

Ogni atto scellerato perpetrato sul territorio della diocesi è come rivolto alla mia persona e all’intero popolo del Gargano.

MANFREDONIA -Il tentato omicidio di questa notte a Monte Sant’Angelo, dove un operatore ecologico è stato ferito al volto da colpi di pistola, è stato condannato dall’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo Franco Moscone. La diocesi ha diffuso un comunicato ufficiale, in cui il presule definisce l’episodio un “atto criminoso” di stampo mafioso.

“Il grave episodio di tentato omicidio perpetrato nella scorsa notte contro un uomo, raggiunto da colpi di arma da fuoco al volto – scrive padre Moscone – ha scosso non solo Monte Sant’Angelo ma tutta la comunità diocesana, appalesandosi quale ulteriore episodio di aggressione mafiosa che continua a diffondersi nel nostro amato Gargano. In tutte le nostre belle città garganiche non si possono né debbono essere più tollerate azioni di violenza contro l’uomo da parte di chi vuole o sa solo usare la violenza per imporre i propri personali interessi. La mia vicinanza e rinnovata stima in questo momento, perciò – continua Moscone – va alla intera comunità di Monte Sant’Angelo e ai suoi rappresentanti, in quanto ogni atto scellerato perpetrato sul territorio della diocesi è come rivolto alla mia persona e all’intero popolo del Gargano che sta cercando di rialzarsi e porre fine ai tanti lacci di illegalità striscianti che pretendono di raggiungere il proprio tornaconto cercando di condizionare le Istituzioni ed impaurire la gente. Quella della Chiesa locale è voce di condanna – continua l’arcivescovo – che si alza nei confronti di queste mentalità e modalità che infestano il nostro ‘amato Gargano’, ma anche voce di conforto ed incoraggiamento per un popolo che ha una storia ed una volontà di bene da difendere e far maturare perché è custode di imparagonabili bellezze di fede, storia e ambiente naturale. Per questo ricordo a tutti che non c’è giustizia, né tantomeno libertà se si perseguono logiche violente, perverse e di parte: la verità non sta nella forza o nella prevaricazione originata dalla violenza dell’uomo sull’uomo, ma nell’impegno per il bene comune e la solidarietà tra persone che si riconoscono membri della stessa città, custodi di tradizioni millenarie e fedeli della stessa Chiesa.

Per questo – conclude l’arcivescovo Moscone – ricordo a tutti che non c’è giustizia, né tantomeno libertà se si perseguono logiche violente, perverse e di parte: la verità non sta nella forza o nella prevaricazione originata dalla violenza dell’uomo sull’uomo, ma nell’impegno per il bene comune e la solidarietà tra persone che si riconoscono membri della stessa città, custodi di tradizioni millenarie e fedeli della stessa
Chiesa. A quanti si impegnano quotidianamente dentro e fuori le Istituzioni, ad ogni titolo e grado, nella lotta per la legalità, continuo a ripetere: coraggio, andiamo avanti, quella della legalità e della pace è l’unica strada giusta!”

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